Quando la mente diviene
quieta e pacifica e vi sono meno conflitti, allora potete chiaramente
vedere dentro gli eventi della vita. Perciò prima ottenete la pace
della mente e siate equilibrati in voi stessi; poi cercate di
risolvere i problemi.
Swami Satyananda Saraswati
Swami Satyananda Saraswati
L'ego dice: Quando ogni cosa
andrà a posto, troverò
pace. Lo spirito dice: Trova la pace ed ogni
cosa andrà a posto.
Proverbio zen
Lasciar cadere l'Ego perchè
emerga il nostro vero io che è in connessione col tutto attraverso
l'amore e la benevolenza, credo di aver capito che questa sia la
strada....
Elena Bertoli
Nel caso che l'Io sia
relazione, come pare, nella ''morte del prossimo'' per citare Zoja
temo che l'Io non definendosi piu' nella relazione tenda al delirio
di onnipotenza, tenda a farsi Dio, all'ideolatria di se'.
Giovanna Mannelli
Morire al proprio ego per
realizzarsi pienamente.
Mauro Scardovelli
L'Ego e lo Spirito non vanno
d'accordo....uno esclude l'altro!
Maria Rosaria Lanza
Il mio commento a tutte
queste dichiarazioni:
Sw Satyananda dice che
tramite una struttura come una pratica, un esercizio, un modo di
operare, si ottiene una sovrastruttura mentale più disponibile da
usare.
Il proverbio zen dice la
stessa cosa ma crea una pericolosa dualità tra ego e spirito, dove
sia ego che spirito andrebbero definiti meglio circa il loro
significato. In pratica questo proverbio fotografa un conflitto
dentro ogni persona.
Elena parla di far cadere
l'ego ed io mi chiedo fino a che punto lo voglia far cadere sperando
che si tratti di un saltino e non di un burrone.
Giovanna parla di chi, non
sentendosi parte di una società, si possa sentire come un Dio. Un
Dio personalista degenerato, frutto dell'incapacità di relazionarsi
con gli altri.
Mauro e Maria acuiscono la
dicotomia decretando la morte dell'ego per realizzare il sé. La cosa
mi fa pensare al suicidio.
Penso che ogni persona abbia
il diritto di sentirsi com'è.
Per esempio c'è chi sente
il bisogno di dedicare più tempo a se stesso; bene; fa bene perchè
quando quel bicchiere sarà pieno ce ne sarà anche per gli altri.
Un'altra persona nella
stessa situazione potrebbe tappare il suo bicchiere decidendo di
tenere tutto per se, quel bicchiere scoppierà e sarà uno spettacolo
educativo per tutti, ci sarà solo da stare attenti a non ferirsi con
le schegge. Mettiamo che non scoppi, imploderà dentro il bicchiere
stesso, stresserà sommerso dalle sue stesse proiezioni centripete
dirette verso il suo centro.
Poi ci sono le persone piene
di grazia che hanno superato tutte le dualità, quelle situate nella
pura virtù, che non hanno da prendersi cura di sè perchè sono già
realizzate, sono piene di compassione e si dedicano solo agli altri
perché lo possono fare; beati.
Poi ci sono altri che
provano a fare per se e per la società, che cercano l'equilibrio,
che provano ad esprimere se stessi sapendo di non essere soli, che
danno importanza a sé, agli altri ed all'ambiente. che li circonda,
in un equilibrio dinamico.
Ammesso che esista la
possibilità di scelta, che ognuno la faccia.
Paolo mi scrive:
Paolo mi scrive:
"Grandi frasi Enzo, ma come
si fa a tenere sotto controllo la mente ribelle?"
Grande Paolo! Ottima
domanda, felicissimo di tirti quello che so.
Paolo, la risposta alla tua
domanda è no, non si può tenere sotto controllo la mente, perché è
una struttura possente, forse più antica di noi stessi.
È
già stato detto che controllare la mente è da matti, come pensare
di voler controllare il vento od il mare.
Riformulo io la domanda:
Cosa si può fare con la mente?
Si può pensare di fare
qualcosa di buono anche e soprattutto con la mente.
Col vento si potrà produrre
energia con le pale eoliche, lo stesso nel mare con altra
tecnologia.
Per ricavare energia dal vento
serve uno studio approfondito del vento stesso ed una tecnologia
avanzata che permetta di trasformare il progetto in realtà.
Lo stesso con la mente: il
da fare consiste nello studiare la propria mente, conoscerla ed
imparare a frequentarla.
Da lì in poi occorrerà una metodologia
adeguata per fare un affare con e da questa struttura così
complessa.
L'operatività (tecnologia) consiste in buona sostanza
nell'usare le normali procedure mentali indirizzandole opportunamente
verso i nostri obiettivi.
In questo consiste il fare
un affare con questa energia.
La mente per sua natura fa per sè, non
per te o per noi.
Il cosa fare consiste nel
conoscere la propria mente ed addestrarla a fare cose (dinamiche o
movimenti, processi ed altro mentale) che riteniamo utili per noi.
Addestrare la mente è
un'arte.
Qualcuno ha detto che la mente è simile ad una scimmia.
Come si fa ad addestrare una scimmia?
Non con la frusta, si
perderebbe per sempre la possibilità di un'intesa.
I due strumenti
indicati sono la pazienza e la gentilezza.
La nostra mente ci
condiziona pesantemente; la buona notizia è che possiamo fare
qualcosa per farla funzionare in direzione delle nostre aspettative, qualsiasi esse siano.
Così avremo un alleato interiore che ci aiuta e rema nella stessa nostra direzione.
Questo, molto sommariamente
riguarda il "cosa" fare con la mente, poi c'è tutta la
fase del "come" che non è il caso di illustrare qui.
Immagina cosa serve per
costruire una pala eolica, poi pensa che, nel caso della mente,
abbiamo i componenti e conosciamo la procedura, manca solo di
costruire la base su cui erigere la struttura. Come rendere la
persona idonea ad un percorso del genere riguarda il come
intervenire; questo processo è per una parte generale, poi diventa molto personale.
Ora una frase già detta:
"La mente può essere la nostra peggiore nemica così come la
nostra migliore amica".
Ops, scusa, mi sa che tutto o quasi è stato già detto, cambia solo il modo di esporre.
Ti auguro di poter scegliere il meglio
per te.
Alberta chiede: "Come si fa?"
Alberta chiede: "Come si fa?"
Grazie
Alberta per la tua domanda!
Si
fa esattamente come stai già facendo. Si fanno domande e si cercano
risposte, poi si sperimenta.
Ci sono le domande primarie, ovvero:
"dov'è il cibo?"; oppure "dov'è una casa dove posso
rifugiarmi", ancora "dov'è che posso dormire?",
"dov'è che posso fare sesso?".
Poi
si possono scoprire altre domande tipo: "chi sono io?";
"che ci faccio qui?".
Quando trovare queste risposte
diventa pressante si entra in scena personalmente e si fanno
nuove scelte.
Quindi
mi sa che tu sei una ricercatrice!
Contrariamente
a quanto ho pensato per tanto tempo, la curiosità è uno strumento
riconosciuto come valido nel processo di avvicinamento alla
conoscenza.
Uno
strumento che per me è stato ed è utile è la "prudente
simpatia", vedi se può servire anche a te.
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