In questo post si dice che
lo
yoga agisce su 5 livelli. La parola kosha è abbinata al livello fisico, mentre
credo che indichi qualsiasi corpo. Qual è il corpo intellettuale? Credo che
faccia parte del livello mentale, e che nell'elenco dei 5 manchi il livello
astrale.
La descrizione del pranayama è
mancante di un suo obiettivo importante quale quello di implementare il prana,
o come dice Sw Niranjananda la sua espansione.
Comunque, credo che queste
inesattezze possano essere colmate rifacendosi al libro “Prana pranayama prana
vidya”, dove i 5 corpi sono spiegati benissimo, così come il pranayama.
Sempre nello stesso post:
"Un aspetto importante della
disciplina yoga è il RILASSAMENTO; questo, unito alle tecniche di
CONCENTRAZIONE, ci può aiutare a trovare un equilibrio per lo spirito quando ci
si trova in momenti di nervosismo, agitazione o rabbia, oppure quando si ha la
mente troppo debole e stanca."
Lo spirito di per se non è mai
squilibrato, secondo lo yoga rappresenta il vero sè, definito "Sat cit
ananda". Squilibrio, nervosismo, agitazione o rabbia, debolezza e
stanchezza non competono mai al nostro vero se che è perfetto come il sole. I
problemi elencati in realtà non ci toccano e derivano da una osservazione ed un
punto di vista esterno a noi stessi. Come se il sole si guardasse da qui in una
giornata di pioggia e si disperasse pensando di non esistere più. Uno stato
d'animo risolvibile uscendo da questo contesto e rientrando, sempre per il
sole, in una considerazione più centrata su di se. Così lo yoga indica la
strada per riscoprire la propria natura che è pura e riprendere a ragionare
propriamente; un conto è considerare che siamo circondati dai problemi, un
altro è sentirsi problematici.
Un altro passo del post:
"Nonostante sia difficile
unire queste due concezioni di vita, riteniamo che sia molto importante, se non
seguire, per lo meno capire i valori della cultura orientale."
Penso che sia più importante
capire i valori della cultura orientale piuttosto che seguirla. Credo che
questo atteggiamento valga nei confronti ed in presenza di tutte le culture e
pensieri filosofici del pianeta. Ho personalmente sperimentato che assumere o
seguire indicazioni esterne alla mia concezione mentale non è stato possibile.
La conversione (il seguire del virgolettato) per me non ha funzionato. Nel
tempo la mia mente ha presentato il conto che nel totale suggeriva di non
ignorare i valori e le comprensioni che mi competevano, di confrontarmi con
nuovi elementi e costruire nuove basi di partenza. Paragono il processo di
avvicinamento ad un'asana alla metodologia di avvicinamento ad un'alta
montagna, entrambi propedeutici al processo di avanzamento nella vita. Così
come per scalare una montagna si stabilisce un obiettivo, ci si organizza e per
prima cosa si stabilisce un campo base, lo si stabilizza e poi si avanza per
stabilirne un'altro più avanzato, così approcciando un'asana ci si accosta, si
raggiunge un punto che sia rilassabile, lo si stabilizza e consolida come fosse
un campo base ed una volta acquisito quel punto si organizza uno spostamento in
avanti con le stesse modalità. Ugualmente nella vita. Così la conversione
repentina, ovvero l'assumere atteggiamenti, filosofie, stili di vita diversi,
seguire culture diverse, ritengo che non funzioni in ottica evolutiva. Parlo
sempre a titolo personale, non generalizzo ma poi mi guardo intorno e vedo cosa
è successo e succede anche agli altri. Il salto quantico avviene in presenza di
un fatto schoccante, come fu per S. Paolo la caduta da cavallo, o per Nitamo
Montecucco il satori del sentirsi perso, od il risveglio accidentale di un
chakra teorizzato da Sw Satyananda. Il processo yogico credo sia altra cosa.
Non si scherza con la mente, che presenta sempre il conto. La mente non è
rivoltabile come un calzino, la "prudente simpatia" suggerita da
Krishna Chaitanya das (Claudio Rocchi), proprio mentre sentiva avvicinarsi il
momento di lasciare il movimento che aveva abbracciato con tutte le sue
braccia, è una metodologia preziosa che consiglio a tutti. Chi fa la scelta
definitiva sentirà presto la propria mente protestare e sarà costretto, per tacitarla,
a diventare sempre più rigido.
Queste sono considerazioni fatte guardando
la proposta orientale da occidente, oppure in generale dal punto di vista del
ricevente una cultura lontana, estranea.
Ora provo a fare considerazioni
dall'altro punto di vista, dalla parte della cultura che si presenta in terra
straniera. Questa, non può non tenere conto della comprensione e dello stato
mentale di chi ascolta altrimenti assume un carattere colonialista ed
arrogante. Trapiantare una cultura in terra straniera senza tener conto dello
stato di chi riceve, rende l'operazione simile ad un atto di conquista,
rendendo subalterno il ricevente.
Come insegnante di yoga e come
formatore, sento il dovere di cercare di capire come lo yoga sia già presente
in occidente e comunque dove mi trovo e con chi mi trovo ad operare; penso che
lo yoga rappresenti un modo di procedere che può concretizzarsi con forme
diverse. Per esempio: il vegetarianesimo che, nelle sue varie forme
contribuisce a realizzare lo yoga dell'unione tra la persona e l'ambiente che
lo circonda comprensivo degli animali, è una proposta da calibrare a seconda
dello stato mentale di chi ascolta. A volte, anziché puntare su una scelta
radicale, sarà più utile e funzionale al processo comprensivo ed evolutivo, andare
per gradi. Allora potrebbe essere giusto, a seguito di considerazioni che
riguardano il tempo, il luogo e la circostanza, proporre un argine alla
mattanza, anziché proporre da subito un vegetarianesimo spinto e completo.
Questa è una questione di metodo, quello che mi interessa di più dire è che
sento che lo yoga e la sua proposta, siano pertinenti alla natura umana, mi
piace cercarne la manifestazione anche dove non si sa che si chiama yoga. Così
trovo molto yogico l'atteggiamento di molta cultura sciamanica, intesa come
conoscenza del modo di avvicinare l'uomo alle forze ed energie che lo
circondano. Così come trovo la cooperazione tra individui una cosa molto
yogica, anche la sinergia tra classi sociali del varnashram dharma così come la
visione di Menenio Agrippa nel suo apologo del ventre e delle membra.
Considero importante da parte di
un insegnante di yoga ricercare e favorire il risveglio dell'unità già
esistente all'interno di ogni uomo e non copiare incollare qualcosa di già
preparato e già sperimentato in altri contesti.
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