Ricevo e volentieri pubblico.
A Enzo:
A Enzo:
Yoga
è una disciplina, ma si può definire a buon diritto una scienza,
consolidata attraverso l’esperienza di migliaia di ricercatori,
asceti, mistici, monaci, eremiti, studiosi.
Una
scienza di portata immensa, che tocca tutti gli aspetti della
personalità umana.
L’insegnante
di yoga che non conosce i testi classici dello yoga è come un
insegnante di letteratura che non conosce le opere di Omero, Dante e
di Leopardi.
Gli
Yogasutra di Patanjali sono da molti considerati il testo
fondamentale dello yoga, in particolare da coloro che seguono un
orientamento di tipo laico e non si sentono in particolare sintonia
con l’insegnamento di tipo devozionale di un altro testo importante
come la Bhagavad Gita.
Personalmente,
faccio fatica a mettermi in sintonia con il messaggio di questo
grande romanzo, pur essendo di facile lettura, mentre considero gli
Yogasutra il libro più interessante che abbia mai letto nella mia
vita.
Ma
non sono l’unica a dirlo.
Oltre
agli illustri commentatori, come Vyasa, Vivekananda, Satyananda,
Elenjimittam, Desikachar, Osho e molti altri, gli Yogasutra vennero
presi in considerazione anche da studiosi di psicanalisi, come Jung
che si interessò a lungo di argomenti di yoga, mettendoli a
confronto con i suoi studi di psichiatria e psicologia.
Conoscere
l’opera di Patanjali non è impresa facile, per la difficoltà di
traduzione e di interpretazione della lingua sanscrita e per la
complessità della materia, ma lo sforzo di molti studiosi
sinceramente appassionati ci permette di avere un testo leggibile e
sufficientemente comprensibile.
Fra
tutti i commentatori, io prediligo l’impostazione scientifica del
Taimni, da molti considerato pedante e noioso. Mi soddisfano le
lunghe spiegazioni alla luce del pensiero moderno e i confronti con
quello antico che il suo testo offre senza ricorrere agli ideali
religiosi.
Gli
Yogasutra rimangono comunque un’opera avvolta nel mistero.
Nonostante
lo sforzo di spiegare in modo razionale il suo contenuto, nulla è
possibile dimostrare nel senso ordinario del temine, poiché i fatti
dello Yoga fanno appello all’intuizione e non all’intelletto.
L’unica
via possibile per la comprensione dello Yoga rimane la pratica.
Graziella
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