Essere stato chiamato
"illustre maestro" mi spinge a confrontarmi con le
convinzioni che ho circa la legittimità di porre in capo ad una
persona titoli, potere, responsabilità.
Metto da parte subito
l'ipotesi scherno che in automatico ricade eventualmente su chi l'ha
lanciato.
A questo riguardo ho una
storia da raccontare.
Swami Satyananda, un indiano
fondatore della scuola di yoga che mi ha fatto insegnante, si trovò,
ad un certo punto della sua vita, ad insegnare yoga in un carcere degli
Stati Uniti. Lui stesso racconta che quando incontrò i carcerati,
alcuni di loro si presero beffe di lui, spintonandolo, offrendogli
sigarette, deridendolo. Intorno agli anni '60. Lui, insegnante
preparato, seppe dare a quelle persone una pratica di yoga così
adeguata che alla fine della settimana di incontri quelle stesse
persone lo avvicinarono e gli chiesero scusa per essere stati così
maleducati nei suoi confronti, dimostrando così che lo yoga che avevano
praticato aveva cambiato le loro coscienze.
Qualcuno ha detto che la
presenza di eroi dimostra che quel popolo è in grosse difficoltà,
ovvero non ha al suo interno risorse tali da toglierlo dagli impicci.
Credere in se stessi è
un'altra cosa, non si aspettano soluzioni dall'esterno o da altre
persone, si insiste sullo sviluppo e sulla scoperta dei propri
talenti in un processo di incremento delle proprie potenzialità
utilizzando la cooperazione con altre persone e tutte le sinergie
possibili con altre forme energetiche.
Tutte le volte che cerchiamo
soluzioni fuori dalla nostra sfera personale o sociale, andiamo ad
alimentare un culto. Il culto può prendere la forma di una persona o
di una ideologia.
Il dittatore diventa oggetto
di culto perchè trova una schiera di sostenitori che hanno scarsa
considerazione di se stessi.
Lo stesso principio vale per
chi aspetta il "canestrino dal cielo".
Anche il gioco d'azzardo è
la spia di una scarsa considerazione di sé, di una perdita di
fiducia nelle proprie capacità di poter cambiare lo stato delle
cose.
Il culto in una ideologia si
concretizza con l'adesione a gruppi o comunità che seguono un
percorso mentale pre determinato in cui si accettano solo contributi
che sostengano e rinforzino l'idea fondante, spesso riferita ad una
persona.
Nella conduzione degli stati
democratici il potere è decentrato proprio per evitarne la
concentrazione.
Così è anche a livello
economico con l'applicazione del principio della libera concorrenza e
della limitazione dei monopoli.
La democrazia per
definizione è antitetica alla creazione di centri di potere
eccessivo, sia economico sia politico.
Poi succede quello che
succede, con la creazione di centri di potere che non dovrebbero
esistere e di potentati economici che gestiscono troppa ricchezza.
Succede anche che il potere
troppo diffuso e garantista faccia fatica a garantire la funzionalità e la fruibilità dei servizi sociali per via degli
infiniti aspetti ed implicazioni collegati ad ogni mossa da fare od argomento
affrontato.
Così la democrazia diventa
la meno peggiore delle soluzioni ed in base al principio per cui ogni
traguardo è solo una tappa, si sta già pensando di andare oltre il
metodo democratico, dotandolo di correttivi più o meno mascherati
che ne permettano una migliore funzionalità.
Un aspetto limitante a prescindere è che
il metodo, qualsiasi esso sia, è applicato da persone in carne ed
ossa che ovviamente sono limitate da condizioni sia oggettive sia
soggettive.
Questo tipo di analisi porta
ad abbracciare la teoria del meno peggio, in presenza di uomini
limitati e di idee conseguentemente limitate.
Da una parte si può pensare
ad un innalzamento della coscienza o consapevolezza generali,
dall'altra possiamo ipotizzare la ricerca o costruzione di super
uomini che guidino o servano tutti gli altri.
Innalzare la coscienza
significa capire le cose, oppure adeguarsi?
Capire il mondo è il
tentativo di ogni laico progressista; adeguarsi ad un organigramma di
idee e di principi è l'atteggiamento dei confessionali, tutti quelli
che accettano una soluzione pre determinata.
Ognuno di noi porta con se
un pezzetto di verità (R. Panikkar), ossia tutti siamo veri, al di là
dei giudizi.
Il lustro va dato a
tutti od a nessuno; in ogni caso penso sia utile nel procedere della vita conservare ed usare la "prudente simpatia" suggeritami dal vivo dal fu Claudio Rocchi(K.C.d.), cantautore e ricercatore.
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